Riceviamo e pubblichiamo un duro attacco di Carla Spagnoli - la cui famiglia ha contribuito alla nascita del marchio Perugina nel mondo - nei confronti dell'azienda, dei suoi manager "stranieri" che gestiscono lo stabilimento
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di Carla Spagnoli* presidente onorario Movimento per Perugia
Cosa sta succedendo alla Perugina? Nonostante il silenzio generale di sindacati e politici, continuano a susseguirsi voci allarmanti circa il futuro dello
stabilimento di San Sisto, che non promettono nulla di buono. Ormai è sotto gli occhi di tutti il disimpegno della Nestlè e la sua volontà di non puntare sulla Perugina: ricordiamo ancora la vergognosa vicenda dei Baci “Lanvin” venduti in Francia, dove ogni riferimento al marchio “Perugina” e allo stabilimento di San Sisto era stato eliminato, quasi fosse una vergogna e non un vanto da mostrare in tutto il mondo! In questi ultimi 4 anni i volumi produttivi dello stabilimento di San Sisto sono crollati verticalmente, tanto che nel 2014 l’azienda stessa ha comunicato
la perdita di circa 1.000 tonnellate di produzione.
Questo crollo ha portato la Nestlè a fare continui ricorsi alla Cassa Integrazione e ora ai contratti di solidarietà per tutte le categorie di dipendenti. Ancora una volta il conto salato di questo smantellamento viene pagato dai lavoratori, padri e madri di famiglia! E che dire delle politiche fin qui (non) adottate dalla multinazionale svizzera per il rilancio del marchio “Perugina” anche all’estero?
Oltre al penoso “Bacio Lanvin” vogliamo parlare della vendita degli impianti di torrefazione del cacao alla Barry Callebaut? Vogliamo parlare dei prodotti che prima la “Perugina” produceva per altri marchi e che ora non produce più? Alcuni lavoratori non sono neanche sicuri se verranno prodotte le uova pasquali il prossimo anno!
Alcune produzioni sono state spostate in altri stabilimenti della Nestlè, come se la “Perugina” fosse un’azienda controllata come le altre e non un pezzo di storia della città di Perugia e dell’intera nazione... Vergogna! Oggi l’azienda è in mano a manager cinici e senza passione, che non hanno alcuna voglia di risollevare lo stabilimento e che vedono la “Perugina” come una semplice rampa di lancio per la loro carriera!
Dal giugno 2014, il nuovo direttore dello stabilimento è un manager svizzero che non parla neanche italiano, a dimostrazione della voglia della Nestlè di dialogare con i lavoratori e di rilanciare il marchio “Perugina”! Per finire ci sono molti dubbi e ombre sulla recente gestione poco trasparente dell’azienda: sono mesi, ormai, che le Forze dell’Ordine varcano i cancelli dello stabilimento per dei controlli.
Da 20 anni, ogni ottobre, il centro di Perugia si riempie di gente con l’evento Eurochocolate e diventa per i turisti la “città del cioccolato” ma questo è stato possibile solo grazie alla storia del “Bacio Perugina”!
Ripetiamo la domanda: cosa sta succedendo alla “Perugina”? Perché i sindacati e i politici stanno zitti? Perché i cittadini non vengono informati? Cosa si sta facendo per salvare l’azienda e i suoi lavoratori, patrimonio di tutta Perugia?
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fonte: http://www.perugiatoday.it/economia/futuro-perugina-netle-polemiche.html
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