Cambiamento sociale

“Una volta che il cambiamento sociale ha inizio, è impossibile invertirne il corso. Non si può rendere di nuovo ignorante una persona che ha imparato a leggere. Non si può umiliare una persona che si sente fiera. Non si possono opprimere i popoli che non hanno più paura. Abbiamo visto il futuro e il futuro ci appartiene.” - César Chávez

lunedì 3 marzo 2014

LA CURVA DELL’ORO E IL CAPITALISMO-CASINO’

(L’oro è considerato come “anti-dollaro” per eccellenza.)

Come descrive molto bene nell'articolo seguente Moreno Pasquinelli, questo grafico del prezzo dell'oro ci mostra chiare crisi finanziarie: ogni picco è ante-ceduto da un periodo di tesaurizzazione che arriva al culmine proprio nel picco stesso. Detto questo premetto che le seguenti mie parole sono congetture che riguardano il rapporto che c'è tra questo grafico e eventi geopolitici che coinvolgono gli U.S.A. e come questo dovrebbe dimostrare che la moneta è direttamente influenzata dalla fiducia che le persone hanno nel sistema economico.  

Il primo picco: anno 1975, anno della fine della guerra del Vietnam che finì esattamente nell'aprile di quell'anno, la guerra produsse sicuramente negli ultimi anni una perdita di fiducia nelle reali forze degli americani che culminarono con una completa sconfitta. Nel frattempo impegnati nella guerra del vietnam gli americani perdono influenza sull'Iran (la Rivoluzione di Khomeini e degli ayatollah si ha nel periodo 1970-1979) ricordiamo che siamo in piena guerra fredda, gli Americani dal 70 al 79 perdono su tutti i fronti la competizione con i russi. Nel 1979 abbiamo il secondo importante picco, questo è l'anno della crisi degli ostaggi in Iran, da qui al 2001 il grafico resta piuttosto stabile, è qui che accade quello che nessuno aveva previsto o meglio che non ci avevano certo annunciato, il più grosso attacco agli Stati Uniti entro i loro confini da Pearl Harbour. Il resto del grafico parla da solo, un crescendo in cui i capitali rastrellano la cosa che per antonomasia caratterizza la ricchezza, in parole povere i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.   -Vincenzo Baldassarri-


LA CURVA DELL’ORO E IL CAPITALISMO-CASINO’

di Moreno Pasquinelli


Come si vede dal grafico la curva del prezzo è salita costantemente dopo il 1971 (fine del Gold standard) e ha conosciuto un’impennata dopo il 2000, ovvero con l’affermazione del sistema di iper-finanziarizzazione (come diciamo noi CAPITALISMO-CASINO’). La curva inizia a scendere nel 2011 a causa di una forte diminuzione della domanda, determinata da due fattori principali: dalla frenata di quella cinese e indiana e dalla ripresa degli investimenti in titoli finanziari transati nelle borse e nei “mercati grigi”.

In generale le anime belle degli economisti apologeti del capitalismo, quelli che negano ogni validità alla legge marxista del valore, considerano che i prezzi dipendono esclusivamente dalla relazione tra domanda ed offerta. Torneremo più sotto su questo punto.

Sta di fatto che la dottrina, sulla base delle evidenze empiriche, stabilisce una correlazione inversa tra tassi d’interesse (rapporto percentuale tra l’interesse pagato e il capitale prestato) e prezzo dell’oro. In particolare occorre considerare un altro specifico fattore: posto che il dollaro è la principale moneta per gli scambi internazionali (sorvoliamo sulle manipolazioni che i grandi speculatori pongono in essere), il prezzo dell’oro varia anzitutto a seconda dell’andamento dei tassi d’interesse Usa e del dollaro, ovvero, se questi scendono, il prezzo dell’oro sale. Ciò a conferma che l’oro è considerato da speculatori e investitori il bene rifugio per eccellenza.

Quando prevalgono instabilità finanziaria globale e le crisi finanziarie degli Stati Uniti, ciò che rende estremamente rischiosi gli investimenti nelle bische del capitalismo-casinò, allora ecco la corsa a fare incetta di oro e metalli preziosi, considerati meno esposti al rischio di svalorizzazione. Ecco spiegato il raddoppio del prezzo dell’oro dopo il grande collasso finanziario del 2008 negli Stati Uniti culminato nel fallimento della banca d’affari Lehman Brother’s —ciò che ha causato la recessione in Occidente e le cui ferite non sono state affatto guarite.

Quindi: per gli speculatori e gli investitori l’oro ha il vantaggio, rispetto agi prodotti finanziari, di mantenere sostanzialmente costante la stabilità del suo valore. Possiamo essere più precisi: questo cresce non solo nei periodi di turbolenza finanziaria e crolli borsistici—durante la crisi argentina, ad esempio, i proprietari d’oro non hanno risentito della grande svalutazione della moneta locale— ma parallelamente all'instabilità geopolitica.

Torniamo adesso alla questione: il prezzo dell’oro è determinato solo dal gioco della domanda e dell’offerta? Marx aveva torto a dire che il prezzo di ogni merce (pur potendo oscillare causa appunto domanda e offerta) è anzitutto determinato del suo fondamento reale, ovvero il lavoro socialmente necessario che serve a produrla? No, Marx aveva ragione.

Come siamo infatti messi oggi giorno?

Estrarre oro dalla miniere è diventato sempre più costoso. Le aziende proprietarie dei giacimenti d’oro hanno chiuso le miniere più difficili da sfruttare per migliorare i loro saggi di profitto. I dati empirici ci dicono che per produrre oro ci vogliono oggi dai 7 ai 10 anni per gestire nuovi giacimenti. L’anno in cui la produzione è calata è già stato raggiunto: è stato nel 2001, con poco più di 2500 tonnellate estratte. “La quantità di metallo giallo prodotto oggi è di 155.000 tonnellate, un grande cubo di 20 metri quadrati. Ci sono circa 100.000 tonnellate di oro nel suolo, del quale solo la metà è sfruttabile”, ovvero con investimenti che siano profittevoli.
Estrarre un’oncia d’oro costa oggi circa 700 dollari oggi. La cinquantina di miniere che saranno funzionanti da qui al 2015 ne produrranno 600 tonnellate, e contemporaneamente chiuderanno numerosi giacimenti.

Estrarre un’oncia d’oro è diventato negli ultimi decenni sempre più costoso (più spese di produzione= più lavoro contenuto in un oncia), di qui la causa primaria del suo aumento di prezzo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A scuola ci dicevano i nostri Professori" Sapete perché l'oro è così apprezzato?" e continuavano:"perché è raro",
Sono cose che sanno anche i bambini eppure l'Italia che possiede una scorta d'oro, quarta nel mondo, di oltre 2450 tonnellate (un tempo custodita presso la Banca d'Italia e proprietà del Popolo Italiano, grazie alla"sapienza" dei nostri "governanti" sarebbe pronta a disfarsene subito. Anzi: non si sa più nemmeno dove si trova.
Bello come sempre l'articolo del dott. Pasquinelli, studioso che personalmente stimo moltissimo.

Anonimo ha detto...

Demetrio
Forse ciò che sto per scrivere non è molto in argomento ma in tema di oro , parlando di denaro e di debito, qualche nesso c'è. Riporto una notizia appresa oggi leggendola su "Come Don Chisciotte":
"14 marzo 2014 14:54
"l’avvocato Marco Della Luna annuncia nel suo Blog che, insieme a Loris Palmerini, sta lavorando alla redazione di una denuncia alla Corte dei Conti per “danno erariale”. Un buco colossale, da 80 miliardi di euro l’anno. E’ quanto lo Stato potrebbe “risparmiare”, tagliando di colpo il debito pubblico, semplicemente facendo ricorso all’articolo 123 del Tue, il Trattato di Maastricht, - See more at: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23135#sthash.GspZLtD4.dpuf"
Se fosse vero che l'Italia non ha sfruttato questa clausola del trattato di Maastricht per ignoranza e negligenza , dove dovrebbero andare a nascondersi per la vergogna coloro che hanno guidato il Paese da quasi tre lustri a questa parte?

Anonimo ha detto...

DEmetrio
Questa bozza di denuncia potrebbe diventare una cosa grossa perché in essa si parla di danni erariali per decine e decine di miliardi di Euro. Il testo di tale bozza è pubblicato nel sito dell'Avv.to Marco della Luna, studioso molto serio e competente per quanto concerne la dibattuta questione del Signoraggio. Citare questo termine, per altro potrebbe essere una scelta non proprio felice perché la parola è eccessivamente abusata anche da persone non molto competenti che talvolta hanno fatto confusione dato che la scienza (?) bancaria è materia contorta e complicata. Non per niente, facendo un uso non proprio limpido della materia, si è arrivati, da parte di autentici "pirati" della finanza a portare alla rovina economica parecchi stati dell'eurozona.
L'iniziativa non sarebbe del tutto inedita perché vanta un precedente nell'azione legale promossa a suo tempo dall'esimio prof. Giacinto Auriti e, più recentemente, in una interrogazione parlamentare da parte dell'on.le Di Pietro. Nelle "sfere che contano" c'è una ritrosia rigidissima e accanitissima ad occuparsi di questo argomento perché fondamentale nelle strategie di dominazione economico-finanziaria e pertanto anche politica.