Cambiamento sociale

“Una volta che il cambiamento sociale ha inizio, è impossibile invertirne il corso. Non si può rendere di nuovo ignorante una persona che ha imparato a leggere. Non si può umiliare una persona che si sente fiera. Non si possono opprimere i popoli che non hanno più paura. Abbiamo visto il futuro e il futuro ci appartiene.” - César Chávez

venerdì 4 aprile 2014

I VIOLENTI DEL NORD

Diciamocelo chiaro questa storia dei terroristi veneti è una vera e propria montatura, per questo riporto oggi un articolo interessante di Marco Della Luna.
Buona lettura



INDIPENDENTISMO VENETO E VERA VIOLENZA ARMATA
Premetto:  ogni unione tra aree geografiche con diversi livelli di produttività (di costo per unità di prodotto) funziona male e tende a degenerare perché (esclusi gli USA, che scaricano i costi sul resto del mondo attraverso il dollaro), per tenere insieme le sue parti tendenzialmente divergenti, deve trasferire reddito dalle aree più produttive a quelle meno produttive, col risultato di:
-supertassare le prime, togliendo fondi per investimento e innovazione, nonché inducendo capitali, imprese e cervelli ad emigrare, sicché queste aree nel tempo si impoveriscono e non riescono più a
sussidiare le aree meno produttive;
-incentivare e stabilizzare, anziché correggere, le caratteristiche disfunzionali delle aree meno produttive (sprechi, mafie, corruzione, parassitismo) e favorire la trasmissione di queste caratteristiche alle aree più produttive attraverso l’emigrazione interna (in Italia, soprattutto attraverso il pubblico impiego).
Si ha, insomma, un livellamento al basso, un degrado civile, un impoverimento globale che porta all’instabilità quando lo stato centrale non è più in grado di “comprare” il consenso o perlomeno la quiete mediante l’assistenzialismo, e si mette a consumare con le tasse e con le privatizzazioni il risparmio e le risorse. Procede ad esaurimento delle riserve.
Aree di diversa produttività (e mentalità) abbisognano di bilanci, monete e politiche economiche separate. Questa è la ragione oggettiva per la quale l’Italia (come assemblato di aree eterogenee) e l’Eurozona funzionano male. Funzionando male, per sopravvivere arrivano alla violenza.
La violenza distruttiva di regole finanziarie economicamente assurde e controproducenti, da parte dell’Eurozona, con la quali la Germania si difende dal pericolo della solidarietà coi paesi mediterranei.
E la violenza famelica, cieca e distruttiva della casta italiana, che, per procurarsi i soldi necessari a mantenere i suoi redditi e privilegi, in un paese che affonda, da un lato si asservisce agli interessi tedeschi, e dall’altro lato spreme ciecamente il Nord e soprattutto il Veneto (40 miliardi l’anno) mentre chiude uno o due occhi sugli sprechi e sull’evasione fiscale e contributiva delle regioni più sussidiate, incurante delle imprese che muoiono, degli imprenditori che si suicidano, dei flussi migratori di aziende, imprese e lavoratori.
Questa è violenza reale di ogni giorno, che distrugge e uccide, che annienta il futuro, perpetrata attraverso il fisco e il braccio armato dello Stato contro i lavoratori e interi popoli produttivi da parte di gente spinta da una bramosia di denaro simile a quella degli eroinomani disposti ad ammazzare i genitori per trovare i soldi della dose quotidiana. Violenza organizzata, armata, legale, ingiusta. Violenza al potere. Violenza che col parlamento si fa le leggi per blindarsi ed assolversi. Ad oltranza.
l’Italia è preda di 10 milioni di voti, mafiosi o clientelar-parassitari. Con questa base di partenza non si potrà mai cambiare veramente. Le mafie, inoltre, si rinforzano con l’immigrazione incontrollata. L’immigrazione provoca, inoltre, una concorrenza sleale tra lavoratori nostrani e no: chi non lavora cerca assistenzialismo. Il cancro aumenta vertiginosamente le sue metastasi: poi il malato (Italia) muore generando un mostro incontrollabile che si dirigerà spavaldamente verso una più evidente forma di tirannia.
Anni fa conobbi qualcuno degli indipendentisti veneti arrestati ieri. Non so quanto fondate siano le accuse, e mi pare machi il presupposto degli arresti, non essendovi l’intento di terrorismo né di eversione dell’ordine democratico, che sappiamo inesistente in Italia. Ma erano persone del tutto incapaci di violenza organizzata e metodica. Spirito marziale zero.  Dissi loro che non è pensabile conquistare l’indipendenza con la forza, mancando la mentalità, il temperamento, la volontà di combattere realmente, indispensabili per l’auto-liberazione sul modello irlandese.
In Italia, le uniche organizzazioni capaci di condurre una vasta e metodica azione militare sono le mafie, ma non tutte. Gli indipendentisti irlandesi conquistarono sì la libertà nel 1922 dopo ottocento anni di occupazione britannica, ma lo fecero con metodi che i veneti e i padani non sono assolutamente in grado di replicare né di digerire moralmente. Ottenere la libertà attraverso i mezzi politici e giudiziari dell’ordinamento italiano, cioè con i c.d. mezzi pacifici, è pure impossibile, perché il potere costituito non molla la gallina dalle uova d’oro, la trattiene con qualsiasi mezzo, a torto o a ragione. Aspettare poi che siano gli stranieri a liberarci, è semplicemente assurdo.
L’unica via d’uscita da questo sistema che continua a degenerare e opprime e immiserisce sempre di più per tirare avanti, facendosi aiutare anche dall’esterno, e assumendo tratti vieppiù autoritari, è la secessione pacifica: andarsene, trasferirsi con beni e risparmi in qualche paese migliore, lasciando gli italiani ad arrangiarsi. Trasferirsi in gruppo, in modo organizzato, e dopo aver concordato con le autorità dei paesi di destinazione condizioni favorevoli per una nuova vita.
03.04.14 Marco Della Luna
 fonte: http://marcodellaluna.info/sito/

1 commento:

luigi romagnoli ha detto...

La strategia della tensione i piu' vecchi come se la ricordano bene.....attenzione a non ricascarci un'altra volta.......stavolta devono trovarci uniti.....parli di tutti gli Italiani che amano il popolo....uniti tutti possiamo vincere....uno contro l'altro divisi siamo destinati alla fine certa per schiavitù.