Cambiamento sociale

“Una volta che il cambiamento sociale ha inizio, è impossibile invertirne il corso. Non si può rendere di nuovo ignorante una persona che ha imparato a leggere. Non si può umiliare una persona che si sente fiera. Non si possono opprimere i popoli che non hanno più paura. Abbiamo visto il futuro e il futuro ci appartiene.” - César Chávez

domenica 29 giugno 2014

''LA SINISTRA PENSA SIA POSSIBILE FINIRE L'AUSTERITY E MANTENERE L'EURO MA E' UN TRAGICO ERRORE'' (PROF. NINO GALLONI)

domenica 29 giugno 2014


Il professor Nino Galloni, economista, già docente dell'Università Cattolica di Milano della Luiss e dell'Università di Modena, racconta quali sviluppi attendono l'Europa dopo le elezioni, ma soprattutto cosa accadrà in Italia, il vaso si coccio del Vecchio Continente.

Straordinaria intervista. Leggiamo.

Ad un mese dalle elezioni europee non sembra che sia cambiato molto, se non per il fatto che PPE e PSE hanno gettato la maschera di finta opposizione che hanno avuto in questi anni e inizieranno a governare insieme anche a Bruxelles. Quali sono le sue previsioni, a livello economico e politico, per i prossimi mesi?


Il caso recente della Libia dimostra, aldilà di ogni ragionevole dubbio, come negli ultimi mesi l'Unione Europea abbia fatto grandissimi passi indietro, almeno per chi credeva nel progetto, e tenderà ad un isolamento geopolitico sia rispetto alle grandi strategie in corso da parte degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dell'Arabia Saudita da una parte, sia per la nuova realtà dei paesi emergenti (Cina, Russia, India, Brasile…), dall'altra.

L'Europa ha perso tutti i treni possibili e lo sfogo di Alfano come ministro degli interni lo dimostra: "avete bombardato la Libia e ora ci lasciate soli". E' una situazione grave. Dalla tempesta nel bicchiere d'acqua delle elezioni europee è emerso come la stragrande maggioranza, oltre l''80%, dell'elettorato è contro l'austerity. Ma, prevale, soprattutto nel Pse, l'idea che si debba uscire dall'austerity, ma restare nell'euro, quindi in quest'Europa. Tale posizione presenta contraddizioni irrisolvibili, fatti salvi i recenti interventi della Bce. Nel breve e medio termine, in altre parole, prevedo un aumento del conflitto sociale che non esploderà a livelli incontrollabili solo se le misure monetarie della Bce avranno effetti sull'economia reale, come si augura Draghi. Se questo non dovesse accadere, la crisi si porterà dietro l'attuale governo italiano e il principale partito del Pse in Europa, in entrambi i casi il PD di Renzi.

Quali sono le scelte da fare immediatamente nell'emergenza sociale attuale?

Fare in Italia una Banca pubblica per collateralizzare i crediti della pubblica amministrazione che sarebbero, per quello che ho letto nei comunicati della Bce, eligibili. Si potrebbero così gestire nel tempo circa 600 miliardi di euro con i quali fare piani di assetto idrogeologico, l'edilizia scolastica, un vero piano di lavoro, il reddito di cittadinanza, ricerca e sviluppo. Senza queste risorse è ovvio che non si possa realmente uscire dalla crisi. L'euro è stato fatto per l'austerità e l'austerità per l'euro: se non si riesce a sanare questa contraddizione, riducendo il condizionamento dei Trattati, non se ne esce vivi.

L'emergenza l'ho studiata a livello nazionale, più che europea. E in Italia si può immediatamente emettere della moneta fiduciaria, lo Stato può emettere voucher, buoni acquisto, certificati di credito erariali per pagare i suoi debiti, denominati in euro ma che non sono moneta legale, dopo di che questa moneta fiduciaria va a circolare tra i privati, rimette in moto l’economia e poi lo Stato la accetta in pagamento di tasse e tributi. Se questo viene fatto ad inizio di anno contabile e produce effetti sul Pil non avremo un aumento dei disavanzi. Se l'Italia potesse investire, in questo modo, un 50-100 miliardi all'anno dei suoi crediti trasformati in euro per fare investimenti, allora certo che riprenderebbe competitività ed efficienza.

A livello europeo tutto resta al livello teorico: imporre il fatto che gli investimenti siano al di fuori di Maastricht sarebbe un grande passo avanti, ma a livello teorico, come è teorico anche dire uscire dall'euro per ritornare alle svalutazioni monetarie, perché l'euro è stato proprio fatto per impedire che l'Italia svalutasse. Un conto sono i discorsi teorici di stimati colleghi, di cui condivido le analisi e anche le soluzioni, ma solo a livello di teoria e di accademia. Nella prassi, invece, bisogna confrontarsi con il dato di fatto che la moneta unica è stata creata per impedire all'Italia di essere troppo competitiva.

Nel contesto attuale, qual è il paese che potrebbe a breve porre un aut aut per la partecipazione nella zona euro?

Se si ragiona così non se ne esce: ci salviamo tutti se accettiamo le stesse regole e le stesse logiche anche per il vicino. Se la Germania vuole un’austerity limitata per sé e totale per gli altri europei (selezionandosi per l’Est) o la Francia vuole protezione per sé, ma non per gli altri non se ne esce. Il vero cambiamento è di vedute, atteggiamenti, mentalità: l’egoismo ci porta solo verso la distruzione, le guerre, il conflitto sociale violento, la barbarie.

Ritiene però che ci sia un paese dove la situazione sia maggiormente a rischio?


Sicuramente in Francia, dove le tensioni sociali sono al limite di rottura e nemmeno Marine Le Pen potrebbe rivelarsi il leader adatto per uscirne, nonostante le sue dichiarazioni tutto sommato moderate e per certi versi accettabili. Il rischio è che prendano il sopravvento altre forze. Anche in Italia si può vedere nel M5s sia il lato positivo, vale a dire l'aver mosso tutta una serie di energie nuove, ma, come ha dichiarato pure lo stesso Grillo, il fatto di aver placato le degenerazioni potenzialmente fuori controllo della protesta sempre pronte ad accendersi. Se il Movimento 5 Stelle dialoga con Farage, lo scenario è post europeo, viceversa il paradosso è che con la Le Pen si potrebbe arrivare ad una confederazione di Stati Sovrani invocata anche da Putin. Il che presuppone, a mio avviso, almeno una doppia circolazione monetaria. Moneta virtuale, di conto e per le compensazioni internazionali e moneta reale, popolare, nazionale.

Intervista realizzata da Alessandro Bianchi per l'Antidiplomatico.it - che ringraziamo.
Fonte: www.ilnord.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anonimo
Gli argomenti proposti in questo blog sembrano tutti molto interessanti e trovo stranissimo che non ci sia nemmeno una riga di commento.
I commenti nei blog sono qualcosa di irrinunciabile perché avviano un feed-back vantaggioso per la Redazione. Io penso che parlare ai pesci in riva al mare abbia dato soddisfazione solo a san Francesco che fece il miracolo di farli parlare.
Se uno legge gli viene anche da commentare, altrimenti si può proprio parlare di "prediche ai pesci".